Sunday, August 23, 2009

3

GOODBYE (DAY 188)

Ciao William.

Saturday, August 15, 2009

7

HAY QUE RECONOCER QUE LAS ESPANOLAS SON LAS MEJORES DEL MUNDO (DAY 180)


180:30=6.
6 come Franco Baresi, 6 come il nove al contrario, 6 come i mesi al mio rientro, 6 come i mesi dalla mia partenza.
Accipicchia, son tanti! Ma se poi mi fermo a pensare ai mesi di permanenza di alcuni lettori di questo blog, che si aggirano tra i 18 e 30, beh, mi sento piccino piccino.
6 mesi e sto bene, anzi benissimo: è il mio primo Ferragosto d'inverno, anche se la fantastica Sydney si presenta con un sole magnifico che ricorda un maggio europeo.
Piano piano, in questi mesi, sono passato da una sensazione di "non ce la farò mai a stare qui per sei mesi" a una di "sì ok, probabilmente riuscirò a stare qui un anno" all'attuale di "voglio stare qui nei prossimi anni".
Le ragioni del perchè Sydney sia la città in cui voglio vivere sono molteplici, e vanno dalla friendly people, al lavoro con poca pressione, ai salari, alla spiaggia, alle ragazze, e via dicendo.
La speranza di rimanere qui con una sponsorship si è riaccesa negli ultimi giorni, dopo un colloquio con la IDG: da 60 candidati, sono passati alla penultima selezione 6 persone (sempre il sei, in mezzo), ho fatto un buon colloquio, il giorno successivo ho mandato alla manager una mail di ringraziamento, e ho iniziato a costruirmi già parecchi castelli in testa.
Checidevofare? Son fatto così, quando vedo un minimo di possibilità di realizzare un sogno, mi ci butto a capofitto. Ma, al contrario del colloquio con Messenger quando sapevo che non mi avrebbero richiamato, qui ho qualche buona sensazione. Ciò che resta è incrociare le dita e sperare in una chiamata.
E' stata anche la settimana del compleanno di Ilo, la mia amica spagnola, azz catalana: per l'occasione sono arrivate dall' Europa tre sue amiche. Compleanno festeggiato a dovere, con il sottoscritto che si è ricordato perchè ogni volta che vede quella bandiera rossa-gialla-rossa s'infiamma e sente il cuore battere. Se la situazione lavorativa non fosse la peggiore d'Europa con quasi il 25% di disoccupazione, la Spagna sarebbe la mia prossima destinazione al 100%.
By the way, abbiamo festeggiato il compleanno a dovere, con una di quelle serate che rimarranno nei ricordi australiani, con tutti i partecipanti brilli e amici a braccetto con la tequila sale e limone e, verso fine serata, con delle bottiglie di vino bianco.
Ci siamo divertiti un sacco, Ilo era felice e questa è la cosa più importante: quanto dev'esser strano festeggiare il compleanno così lontano da casa!
Quando ero in Spagna, la mia esperienza fu bruttissima, perchè i miei genitori vennero a trovarmi con mia sorella a Valencia, prendendosi 4 giorni di fiato dalla situazione familiare in cui mia nonna era all'ospedale, per poi ripartire la mattina del mio compleanno, alle 7, per tornare a casa immediatamente a causa di una ricaduta della mia granny. Raramente penso di aver provato un dolore fisico interno così forte.
Anyway, dimenticando i brutti ricordi, festeggerò questo compleanno in spiaggia, wow!
Quando ho conosciuto le amiche di Ilo, ho capito perchè lei definiva il suo gruppo come "la leche", affermazione che in spagnolo significa "cool!". Milena, Berta e Carmen sono tre ragazze diverse, ma che insieme costituiscono una botta di divertimento e di conoscenza assoluta: già un pò mi mancano, eh eh.
La birthday night era iniziata con il primo evento della European Society di questo semestre, il Gathering Party, che è andato nettamente meglio del previsto: partendo dal presupposto che i componenti della committee erano tutti brilli, a causa di una nuova amicizia con Redbull/Jagermeister, è stata una bella serata, con gente da tutto il mondo. Speriamo che questo ci permetta di creare un nuovo network di amicizie per i prossimi mesi.
Le amicizie, qui come in qualsiasi esperienza fuori da casa, sono belle ma al tempo stesso dannose, avendo il difetto del tempo che scorre velocemente per poi, nella maggiorparte dei casi, terminare. Così è stato nel semestre passato, così sarà probabilmente per quelle amicizie che stiamo iniziando a costruire ora.
That's life if you wanna get a risk.

Alberto

Sunday, August 09, 2009

6

CHINA (DAY 174)

Premetto che io, soprattutto quando sono stanco / bello brillo, russo.
Addirittura ricordo una notte spagnola Erasmus, quando, tornati da una classica festa iberica con la mia allora ragazza francese, mi buttai sul letto e venni svegliato da lei: "Alberto, deja de ronquear."
Io, infastidito, me ne tornai a casa, ah ah!
Il russare, soprattutto per le donne, penso che possa essere fastidioso, isn't it?
Però dai, è una cosa naturale, cosa ci si può fare? :D
Beh, tutto questo per narrarvi l'episodio di ieri: conosco una ragazza, una cinese; ci si diverte insieme e, finalmente, alle 4 ci si butta sul letto per dormire.
Credeteci o no, mi sono addormentato alle 7.15: un concerto di russate e rumorini vari che non mi lasciava nemmeno chiudere gli occhi, anche perchè continuavo a ridere come un pazzo, da solo tra l'altro.
Insicuro sul da farsi, ho acceso il computer e mi sono connesso su Facebook, dove amici mi consigliavano di buttarla fuori dal letto (considerato anche che mi rubava 3/4 del mio letto a una piazza e mezzo), oppure di tirarle qualche sberla: io, che troppo buono sono, mi sono astenuto dal compiacere le loro richieste, ma ho maleficamente registrato il suo russare.
Se volete ascoltare la ragazza che russa, cliccate qui e ridete: http://www.zshare.net/audio/63781020db1d58a1/
Per il resto, la vita qui a Sydney continua regolare: giornate invernali soleggiate, e soprattutto ricerca lavoro.
La nuova casa è fantastica, ho un enorme camera per me, e mi trovo molto bene con le mie tre inquiline.
La mia "missione" fino a gennaio è quella di trovare un lavoro, e soprattutto una sponsorship che mi permetta di rimanere qui altri 4 anni: in Italia, non vorrei tornare, se non per un mesetto/ tre settimane. Questo è il progetto A.
Il progetto B parla di un ritorno in Italia, obbligatorio, ma che presuppone, sempre in relazione al lavoro, due opzioni:
- un lavoro che permetta di sviluppare le mie (poche) capacità per poi esser acquistato da qualche azienda estera "amica"
- un lavoro personale su me stesso, un tentativo di non-auto-depressione e una ricerca di vita, anche dove la vita non c'è.
Se, comunque dovessi tornare alla realtà da cui sono partito, mi sparo.
Qui lo dico e qui lo confermo :D
Non so se è l'Australia a esser fantastica, o il solo allontanarsi dall' Italia, so che questo tipo d'ambiente è perfetto per me e per lo sviluppo della mia persona.
Una cena a Bondi con amici italiani/tedeschi/colombiani/australiani/japponesi , e una vista notturna del mare a Bondi Beach mi rende più felice di mille serate in discoteca in Italia.
E mi sento bene, anche se stranamente ci avviciniamo ai sei mesi qui e sento il ticchettio dell'orologio che mi ricorda che il tempo ha iniziato il suo countdown.
Per il resto, la nuova casa è fantastica, ho un enorme camera per me, e mi trovo molto bene con le mie tre inquiline.
Ho joinato, come membro esterno, la European Society della University of Technology di Sydney, per conoscere un pò di gente straniera, dopo la deportazione di tutti i miei amici dei primi sei mesi nei loro rispettivi paesi.
Lunedì joinerò anche la palestra...e vediamo che sia il caso di provare anche a surfare!
Buonanotte, Albe

Tuesday, August 04, 2009

1

HOMESICKNESS (DAY 169)


Nostalgia.
Appena arrivato a Sydney, dopo due settimane di riconoscimenti così emotivi che non vedevo l'ora di essere seduto sull'aereo per iniziare finalmente questa avventura, abituarsi a una nuova realtà fu molto difficile.
Non ho mai pensato "voglio tornare a casa", ma ammetto di aver pensato "come farò a stare qui anche solo 6 mesi? Albe ma sei pazzo a programmare un anno qui?". I primi giorni furono molto difficili, poi l'aiuto dell'italian crew, la scoperta di nuovi amici e di questa città fantastica, ha sciolto tutti i dubbi e ora, a un passo dal compimento dei sei mesi, non nascondo l'idea che, se potessi rimanere qui più dell'anno previsto, lo farei molto volentieri.
Nostalgia di casa non ne ho mai avuta: dei miei genitori e di mia sorella, quella sì. Ho un rapporto particolare con tutti e tre: la mamma non è solo la classica mamma italiana, ma è un amica; il papy idem e la sorella, nonostante i nostri mille screzi, mi manca moltissimo.
Gli amici? Beh, qui ho trovato delle persone così fantastiche da, non dico farmeli dimenticare, anzi, ma che hanno fatto sì che il loro ricordo non sia giornaliero.
Ricordo ancora un sms di un amico, a novembre 2008, che si era spostato a Londra, per tentare the english dream, e, dopo che l'avevo chiamato durante la mia festa di laurea ubriaco, mi scrisse via sms: "quanto mi mancate." Non voglio essere cattivo o snob dicendo che i miei amici del lago non mi mancano, ma diciamo che "no hay sitio para todos".
Prima di venire a Sydney, tre miei amici della compagnia erano partiti per destinazioni straniere: quello che ha resistito di più, è durato 2 mesi. Il che, da un lato mi metteva pressione, dall'altro mi metteva paura, eh eh.
By the way, il titolo di questo post è dedicato a questa settimana particolare per il sottoscritto: domenica scorsa ha compiuto gli anni mio padre, questa domenica mia sorella e, soprattutto, mio padre è andato in pensione.
Ci sono stati diversi riconoscimenti di affetto, e non solo, nei confronti di mio padre e della figura che ha ricoperto durante i suoi 40 anni di servizio: sono sempre stato orgoglioso di lui, e mi sarebbe piaciuto vedere tutte queste attestazioni nei suoi confronti, live.
Mia mamma, narrando quasi come se fosse la fine dell' Attimo Fuggente, mi ha raccontato di colleghi in lacrime, che gli sussurravano "sarà sempre il mio comandante": beh, a me si spezza il cuore pensando di non essere stato là.
Mio padre, come sempre, non ha pianto e dava pacche sulle spalle a tutti dicendo "da domani inizia un'altra vita!", un'altra vita non fatta di ozio ma di impegno verso qualche altro obiettivo, come potrà essere un'altra laurea o un'altra occupazione.
Sono mancato alla sua laurea, e sono mancato anche a questo appuntamento: per questo, negli ultimi giorni, mi sento molto triste.
L'Arena, il giornale di Verona, ha pubblicato un articolo su di lui, che potete leggere qui

http://tinyurl.com/sbaboretires (con il link rivisitato dal sottoscritto in mood U.S.A. eh eh)

Io, leggendolo, ho pianto come quel bambino a cui mio padre, giocando a calcio, diceva "ti faccio un gol alla Tardelli!".
Sono orgoglioso del mio papà, e anche di mia mamma, che in questi anni è sempre stata una figura perfetta al suo fianco.

Gli amori di una volta, si dice.