Tuesday, August 04, 2009

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HOMESICKNESS (DAY 169)


Nostalgia.
Appena arrivato a Sydney, dopo due settimane di riconoscimenti così emotivi che non vedevo l'ora di essere seduto sull'aereo per iniziare finalmente questa avventura, abituarsi a una nuova realtà fu molto difficile.
Non ho mai pensato "voglio tornare a casa", ma ammetto di aver pensato "come farò a stare qui anche solo 6 mesi? Albe ma sei pazzo a programmare un anno qui?". I primi giorni furono molto difficili, poi l'aiuto dell'italian crew, la scoperta di nuovi amici e di questa città fantastica, ha sciolto tutti i dubbi e ora, a un passo dal compimento dei sei mesi, non nascondo l'idea che, se potessi rimanere qui più dell'anno previsto, lo farei molto volentieri.
Nostalgia di casa non ne ho mai avuta: dei miei genitori e di mia sorella, quella sì. Ho un rapporto particolare con tutti e tre: la mamma non è solo la classica mamma italiana, ma è un amica; il papy idem e la sorella, nonostante i nostri mille screzi, mi manca moltissimo.
Gli amici? Beh, qui ho trovato delle persone così fantastiche da, non dico farmeli dimenticare, anzi, ma che hanno fatto sì che il loro ricordo non sia giornaliero.
Ricordo ancora un sms di un amico, a novembre 2008, che si era spostato a Londra, per tentare the english dream, e, dopo che l'avevo chiamato durante la mia festa di laurea ubriaco, mi scrisse via sms: "quanto mi mancate." Non voglio essere cattivo o snob dicendo che i miei amici del lago non mi mancano, ma diciamo che "no hay sitio para todos".
Prima di venire a Sydney, tre miei amici della compagnia erano partiti per destinazioni straniere: quello che ha resistito di più, è durato 2 mesi. Il che, da un lato mi metteva pressione, dall'altro mi metteva paura, eh eh.
By the way, il titolo di questo post è dedicato a questa settimana particolare per il sottoscritto: domenica scorsa ha compiuto gli anni mio padre, questa domenica mia sorella e, soprattutto, mio padre è andato in pensione.
Ci sono stati diversi riconoscimenti di affetto, e non solo, nei confronti di mio padre e della figura che ha ricoperto durante i suoi 40 anni di servizio: sono sempre stato orgoglioso di lui, e mi sarebbe piaciuto vedere tutte queste attestazioni nei suoi confronti, live.
Mia mamma, narrando quasi come se fosse la fine dell' Attimo Fuggente, mi ha raccontato di colleghi in lacrime, che gli sussurravano "sarà sempre il mio comandante": beh, a me si spezza il cuore pensando di non essere stato là.
Mio padre, come sempre, non ha pianto e dava pacche sulle spalle a tutti dicendo "da domani inizia un'altra vita!", un'altra vita non fatta di ozio ma di impegno verso qualche altro obiettivo, come potrà essere un'altra laurea o un'altra occupazione.
Sono mancato alla sua laurea, e sono mancato anche a questo appuntamento: per questo, negli ultimi giorni, mi sento molto triste.
L'Arena, il giornale di Verona, ha pubblicato un articolo su di lui, che potete leggere qui

http://tinyurl.com/sbaboretires (con il link rivisitato dal sottoscritto in mood U.S.A. eh eh)

Io, leggendolo, ho pianto come quel bambino a cui mio padre, giocando a calcio, diceva "ti faccio un gol alla Tardelli!".
Sono orgoglioso del mio papà, e anche di mia mamma, che in questi anni è sempre stata una figura perfetta al suo fianco.

Gli amori di una volta, si dice.

1 comments:

RHINN said...

Ciao! Trovo i tuoi post sempre molto interessanti, ti lascio un caro abbraccio. ;)