Monday, October 05, 2009

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WHERE IS THE LOVE? (DAY 230)


E anche le mie due prime settimane di lavoro se ne sono andate!

Quella che vi propongo qui a sinistra è la vista che ogni mattina ho dalla mia scrivania, quindi direi che ogni minima lamentela riguardante la mia posizione verrà giustamente contestata con insulti.
Il lavoro mi piace, i primi giorni sono stati soprattutto educativi, nei confronti dell'azienda e dell'ambiente di lavoro. L' IT è parecchio difficile da apprendere, e devo ammettere che mi trovo più a mio agio lavorando con dei consumers che con delle businesses, ma appunto non mi devo lamentare! :)
I miei colleghi di lavoro hanno, in media, dieci anni più di me, ma non mi trovo in difficoltà con loro per questo: forse, mentre in Italia tra colleghi si parla di calcio, dovrei iniziare a interessarmi al rugby o al cricket, che qui sono gli sport nazionali....sul rugby ci posso pensare, ma il cricket...DIO MIO!
L'unico vero problema lavorativo, che mi da molto fastidio, è l'inglese: è veramente difficile lavorare con degli australiani, ma anche con gli inglesi, eh eh. Pensavo di essermi abituato ai vari accenti dopo ormai 8 mesi in terra straniera, ma non c'è nulla da fare: questa è una lingua, per me e il mio orecchio, veramente difficile e mi servirà parecchio per arrivare a capire tutto di ciò che mi dicono i colleghi.
Come dissi loro nella mia terza intervista, l'inglese non sarà mai la mia lingua madre, ma posso far sì che diventi migliore giorno dopo giorno; e, se mi hanno preso, penso che abbiano deciso di correre questo "rischio" a braccetto con me, no?
Lavoro 8 ore al giorno, un'ora di pausa durante la quale vado a pranzare da solo guardandomi la baia di Sydney e riposandomi un pò, magari buttandomi su una panchina, chiudendo gli occhi pensando al cielo smog-gato di Milano e trovandomi di fronte al sole del New South Wales.
E' un posto divino in cui lavorare: soprattutto alle 17.30 sono fuori dal lavoro, e, a volte, come è successo venerdì scorso, alle 17.10 il CEO mi intima ad andarmene a casa...ma noooo!
Particolarità del pre-weekend sono le 5 del pomeriggio, denominate anche Beer O'clock: ci si ferma un attimo, si beve una birra, si chiacchiera. Mamma mia, il solo pensare a un eventuale ritorno in Italia mi fa tremare, a livello lavorativo :D
Il mio responsabile, Bruce, è un over-50 molto tranquillo, che quando può prendersi un attimo di pausa se lo prende volentieri e che mi ha portato, mentre stavamo lavorando, al FishMarket, considerato che non l'avevo ancora visto e che doveva prendere del pesce per il suo weekend lungo.
Oggi, infatti, è la festa del lavoro e si sta, quindi, a casa. Lui si è preso mezza giornata giovedì e tutto venerdì: peccato che giovedì pomeriggio, a dieci minuti dal termine della giornata, sia arrivata una richiesta dall' Europa, e sia io che lui siamo stati intimati di contattare tutti i nostri Agresso marketing contacts overseas.
Inizialmente mi sono messo a ridere, lavorando da soli dieci giorni e non avendo il contatto di nessuno al di fuori di Sydney: poi ho chiamato lui, che se ne stava tranquillamente andando verso la sua casa vacanze, e c'è stato il primo screzio interno, tra lui e il mio CEO.
Che potevo fare io? Nulla!
E alla stessa conclusione è arrivato, per fortuna, il CEO!
Appunto il lavoro in sè va molto bene, sto facendo tutto ciò che mi chiedono e anche qualcosina di più: l'unica cosa che mi spaventa, per ora, è appunto l'inglese.
Ah, una cosa spiritosa: mentre in Italia c'è l'abitudine di chiamare i principali, e non solo, con il "dottor xxxx", qui li si chiama per nome. Così quando mi è arrivata una mail chiedendomi di contattare John, io non sapevo chi fosse John, così ho chiamato Bruce dicendogli che "c'è questo tizio che devo contattare, si chiama John..ma non so chi sia e come contattarlo!"
Beh.....John è il nostro CEO!
Addio alla formalità, w l' informalità!
Devo dare tutto in questi 5 mesi, per far sì che mi sponsorizzino, permettendomi così di rimanere in Australia per altri due anni.
Non sono certo al 100% della volontà di un futuro qui: probabilmente è il periodo a farmi dire certe cose.
La mia inquilina tedesca è tornata in Germania per 3 settimane (dopo 19 mesi qui, argh!), l'italiana ha ricevuto la visita del padre per 20 giorni, e io sono 8 mesi che non abbraccio i miei genitori. Inoltre, questo è stato il weekend della Festa dell' Uva, l'evento dell'anno bardolinese, a cui ero solito partecipare per cinque serate su cinque, al fianco della mia bottiglia di vino rosso. Inoltre ho prenotato il volo di ritorno per il 14 febbraio 2010: sinceramente sono stra-curioso per quel giorno!
Dicevo che probabilmente tutti questi fattori hanno fatto sì che questo sia un periodo un pò malinconico, ma penso che la cosa sia normale.
Mi mancano moltissimo i miei genitori! Ma, se non sono certo al 100% della volontà di un futuro prossimo (due anni) qui, sono certo che questa sia la soluzione nettamente migliore per me allo stato attuale delle cose: uno stipendio che difficilmente troverei in Italia, una situazione europea che mi si dice essere disatrosa, una vita australiana con tutto ciò che racchiude in sè l'aggettivo aussie, e soprattutto una vita come la voglio io, giovane, frenetica, condivisa.
E così, son qui a sperare che arrivi la sponsorship, per fare 20 giorni a casa a febbraio, e tornare qui a marzo, per ricominciare la mia esperienza iniziata 230 notti fa.
Tralasciando il lavoro, la vita scorre frenetica, nel senso che tento sempre di uscire e di fare qualcosa la sera, come diceva la NY girl nei commenti :D
Un caffè, un aperitivo all' Opera Bar, una partita a playstation e via: se non lo facessi, creperei di noia! Uscire è un dovere che impongo a me stesso, per non andare a casa e addormentarmi alle 9 di sera: sono a Sydney, devo vivere!
Sono andati via altri 3 miei amici questa settimana, e se ne andrà anche una delle mie migliori amiche: questa storia mi sta veramente rompendo, la gente va e viene.
Se non sapessi che, eventualmente tornando qui in Australia, avessi degli amici fissi, ci penserei su: per fortuna non sarò solo.
Anzi, questa settimana arriva un mio amico dall' Italia!

Parliamo, infine, di questa malattia per le spagnole che mi contraddistingue e per cui tutto il mondo mi prende per il culo :D Che vi devo dire, sono uniche e piene di vita eh eh.
Sabato scorso ero a un farewell party di un'amica spagnola e ho dato il meglio di me, saltando dal palco della discoteca senza ragione, cascando come un deficiente. Ho sentito un dolore incredibile, ma poi mi sono messo a ridere continuando la serata, per poi vedere un'altra amica spagnola emularmi e finire su un muro a una decina di metri di distanza, con il sottoscritto che non riusciva a smettere di ridere. Il giorno dopo mi sono svegliato con una caviglia grande come un melone: bravo Albe!
Martedì scorso eravamo a un aperitivo: 20 spagnoli e un italiano, e mi trovavo da Dio :D
Adoro parlare spagnolo, adoro adoro adoro questa lingua, adoro quando alla fine della frase usano il "tìo", e adoro che facciano le cose più semplici nella maniera più semplice possibile, al contrario di mooolte italiane che conosco, denominate "come costruirsi un problema da sole in 5 semplici passi".
Poi, che dire? Sabato sera sono andato a vedere il concerto dei Black Eyed Peas e ho scoperto un altro aspetto della cultura australiana: si da per scontato che a un concerto si balli, no?
Oh, decine di persone che chiedevano di sedersi, di stare seduti e di non ballare per vedere meglio! Ma lol!
Allora io e il mio amico ci spostiamo verso i corridoi, dove ballano delle australiane, molto carine tra l'altro! Niente, ci spostano anche da lì, perchè non si può stare nei corridoi: ci spostiamo, cambiamo dall'entrata 80 all'81 all'82 ma niente ci buttano sempre fuori.
E io vedevo, anzi sentivo cantare queste canzoni da ballare, con questo pubblico aussie seduto, quasi stravaccato sulle sedie.
Bah!
Comunque bellissimo show, più che concerto, e Fergie con una voce straordinaria!
Ho scritto veramente molto, ora vi saluto, ricordandovi che qui siamo andati avanti con la lancetta di un'ora: +9!

Alby

6 comments:

esse said...

se ti dai al cricket giuro che smetto di leggerti :D hahaha.

un abbraccio

NataForseIeri said...

In effetti il cricket... :DDD

sono andata diverse volte, quando stavo a Londra, ad incontri che duravano TUTTA la giornata, con pausa per il pranzo/pic-nic sul prato, era anche divertente e folkloristico, ma non sembrava di essere parte del pubblico ad un match sportivo...
come lo intendiamo noi italiani intendo ehehehehe!

Ancient Muse said...

Credo proprio che metterò il tuo blog nella sezione preferiti, per ora. Mi piace come scrivi, e mi piace quello che scrivi. Anche io sono in partenza, e invidio chiunque parta per l'estero.

Mi hai chiesto per cosa stava il titolo del mio Blog "le nuvole non chiedono il permesso". La frase completa sarebbe stata "le nuvole non chiedono il permesso quando entrano nel giardino delle possibilità".
A presto (spero)

Anonymous said...

mi piace il tuo blog inizierò a seguirti con assiduità!!! baci

Simona

Luana said...

Mi ritrovo perfettamente in tutto quello che dici: dalle difficolta' iniziali a lavoro con l'inglese, alla vita easy che si fa in ufficio senza formalita', nella voglia di Vivere senza rinchiudersi in casa fino agli amici che vanno e vengono con la voglia di trovare una sponsor per rimanere qui anche se i parenti mancano.

Buona continuazione e buon lavoro ;-)

Ah, e cerchiamo di organizzare qualcosa con Tiziana, Leo, Gloria e Costa!!!

marco said...

ti prego non appassionarti al cricket altrimenti perdi il passsaporto italiano! Io e te dobbiamo fare una chiaccherata!