Monday, January 18, 2010

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A PLACE IN THE WORLD (DAY 336)

Non so quanti di voi abbiano mai letto "Un posto nel mondo", so che molti di voi faranno una faccia schifata a vedere accostato il nome di Fabio Volo al nominativo di scrittore, ma per il sottoscritto questo libro e' meraviglioso, oltre che ad essere uno dei miei libri preferiti.
Il weekend appena passato e' stato, come dire, un'esperienza incredibile, solitaria, faticosa che servira' per il mio futuro e che mi ha lasciato molto tempo per pensare, considerata la quantita' di tempo che ho passato vicino alle nuvole.
Ho letto, ancora, per l'ennesima volta, quel libro. Non seguendo la cronologia proposta dallo scrittore, ma saltando di capitolo in capitolo, leggendo un pezzo qui e un pezzo li, assaporandolo durante i mille momenti di sonno-da-due-minuti. Il mio capitolo preferito descrive la Mulher del Abraco, ma devo dire che, nel corso delle varie ennesime letture, ne sto apprezzando anche altri.
Molti i temi trattati, molti i temi a cui sono legato, molti i temi che si sono riproposti in questo anno che si sta concludendo.
Insomma, ogni volta che leggo questo libro mi sento totalmente coinvolto.
Come sempre, mi ha fatto pensare alla profondita' dell'esperienza australiana, a quanto mi sia servita, ma anche a quel sentimento che covo dentro di me e corrisponde alla curiosita' che ho di scoprire me stesso sempre piu' profondamente, fino ad arrivare a conoscermi completamente.
L' OZ e' stata favolosa, ma e' solo un passaggio di un lungo cammino che sto facendo durante questi anni e che spero mi porti ad un arricchimento personale.
Ripensavo ai miei due anni passati a Milano: una citta' che non sono mai riuscito ad amare in pieno, per la gente in primis, per il tempo, per l'impossibilita' di avere un sistema trasporti sufficiente, per la mancanza di acqua, e per tanti altri fattori.
Ho sbagliato, ammetto, a non vivere Milano al 100%. Quando potevo, tornavo volentieri a casa, dai miei amici di sempre, alla comodita': a volte partivo addirittura il lunedi' mattina per non perdermi la partitella domenicale delle 18.00 con gli amici, l'aperitivo e il posticipo di serie A con pizza. Amo il mio paesino, che ci devo fare? Pero' so anche che, ora come ora, devo starne lontano.

E mi conosco. Eccome se mi conosco. Per quello non volevo tornare a Milano.
Per quello sono andato in Spagna. Per quello ho scelto l'Australia (certo, un po' troppo lontano potreste dire!). Perche' so che, allo stato attuale delle cose, preferisco vivere la mia vita in un posto (nel mondo) frenetico, dove puo' capitare una giornata in cui conosci 5 persone da 5 continenti diversi e scambi tre lingue (un po' ambigua questa!) come se fossero piatti.
Tutto cio' non vuol essere un attacco ai miei amici italiani, anzi li adoro e non vedo l'ora di rivedere e abbracciare tutti loro, ma e' solamente un modo diverso di vivere la vita, direi una volonta' diversa.
Puo' essere un difetto, quello relativo alla mia convivenza di Milano? Beh, io lo vedo molto come un tentativo di non ricadere in errore.Piu' esperienze avro' vissuto in vita mia, piu' saro' contento. Piu' avro' vissuto cose diverse, piu' sapro' muovermi. Piu' errori avro' fatto, meglio sapro' affrontarli la volta successiva. Cosi' la penso io :)

Il libro mi ha fatto ripensare anche al rapporto che ho con il mio migliore amico, due scemi con ambizioni completamente diverse. Quando tornai dalla Spagna, pensavo di aver trovato l'unico modo di poter vivere, e glielo martellai in testa per 6 mesi, quando esausto mi disse: "Alby, siamo diversi". Mi feci una risata e gli chiesi scusa.
[Anche se io sono ancora convinto che lui sia piu' di cio' che e', che comunque e' gia' tanto]
Dopoquesta parte "new age", torniamo all'attuale.
Una cosa favolosa sta avvenendo nelle ultime settimane ed e' la speranza, la volonta', chiamatela come volete, dei miei amici di qui di riavermi tra di loro. E' un qualcosa di, ripeto, favoloso, che mi fa sentire importante e ben voluto. Percepirlo e' bellissimo. Pochi giorni fa Victor, un amico spagnolo, era un po' ubriaco e, mentre stavamo cambiando una canzone, mi abbraccia e mi dice: "yo quiero que tu vuelvas, todos queremos que vuelvas, Albe...tienes que volver, joder! Dame un abrazo" E io che me la ridevo, completamente compiaciuto dal tutto.
E' importante avere dei punti fermi qui a Sydney, sono una delle ragioni che mi hanno portato alla scelta di tentare la carta australiana anche per il prossimo anno.
Ieri sera, dopo 2 mesi, ho finalmente chattato con i miei genitori, vedendoli dopo un sacco di tempo, considerato che hanno cambiato casa e che Fastweb ha riallacciato la connessione con tempi abbtanza lunghi, per usare un eufemismo.
[Tra le altre cose, tornero' in Italia con una cosa nuova, doppia emozione!]

Abbiamo parlato un'ora e mezza, ridendo come dei pazzi: io sono felicissimo di rivederli tra un mese e vedo il mio ritorno in terra italica come la prima visita di un bambino a Gardaland!
I miei genitori, mia sorella, la mia famiglia, i miei amici, la Bardolino di sempre, il lago di Garda, la pasticceria, il macellaio, il giornalaio, e tante mille altre cose. Potrei esplodere dall'emozione.

Non vedo l'ora. Il countdown e' continuo nella mia testa, ma non lascio che questo prenda il sopravvento sul mio ultimo mese australiano! E cosi settimana prossima me ne andro' a Melbourne, per visitare la citta' e soprattutto per vedere dal vivo gli Australian Open di tennis! Wow!
E forse ci sara' in programma una gita al Royal National Park, gia' visitato, ma sempre meraviglioso e pieno di cose nuove da scoprire.
La figlia del mio Boss si e' sposata e ha organizzato il kitchen tea: cosa sarebbe? La sposa, poche settimane prima del matrimonio, organizza una giornata a casa propria con le amiche, che portano tazze, piatti, ecc ecc tutte cose utili per la casa. Si resta in casa tutto il giorno, si mangia, si beve, si gioca a carte...mmmm, fantastic! Non ho chiesto al boss se questo corrisponde all'addio al nubilato italiano, meglio evitare eh eh.
Infine, vorrei ribadire come non riesco a capire le donne australiane.
Dopo essere uscito con una ragazza mercoledi', parliamo un po' di come le ragazze vogliono essere trattate qui.
Si parla di uomini parecchio violenti, zero romantici, attenti piu' alla birra che al vestitino sexy della fidanzata, Fin qui ok, stereotipo di ragazzo australiano ampiamente confermato in questi 11 mesi.
Successivamente le chiedo come comportarsi quando si ha il numero di una ragazza.
"Mai farsi sentire immediatamente, devi aspettare 3-4 giorni per un text message e poi aspettare 6-7 giorni per una sua risposta".
Siccome eravamo al second date, mi ha detto che dovevo scriverle la notte stessa per convincerla che doveva accettare il mio invito a cena (....)
Le scrivo un sms secondo me (e secondo quella babba di Glo) carinissimo, passano i giorni e lei non risponde, fino a quando oggi mi dice che ha bisogno di altro tempo per capire se e' interessata o no!
Dopo 2 appuntamenti, andati bene tra l'altro! Doh!
Le ho scritto che poteva cercare qualcun altro a cui interessarsi :D
That's all, folks.
Albe

1 comments:

Didait said...

L'hai spaventata, poverina!!